Fase 3, sesso con la mascherina: parola d'ordine "Non baciare!"

Non faccio altro che iperstimolare il mio cervello ingoiando continuamente frutti di bosco e papaya disidratata, alternati ogni 3 ore con milkshake composti principalmente da potentissimi antiossidanti e proteine alla vaniglia biologica. Tra le smanie più ricorrenti nelle mie notti insonni e affollate di morbosità c’è quella di una pelle sempre più luminosa. Tutte le insicurezze fanno a cazzotti con la mia spocchia dagli occhi celesti, e il rumore della doccia mi suggerisce che sarebbe la cosa più sensata del mondo il farmi palpare da mani curiose.

Poi leggo… E leggo… Rileggo, e poi… Sospiri e gemiti profondi, quante cose si possono dire/fare in un momento di intimità? Per quelli un po’ più vivaci io direi: molte cose! Poi a un certo punto apro la sezione news della BBC e il mio sguardo resta fisso sullo schermo per qualche secondo. Sono interdetto, poi inizio a leggere: “Da uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine dell’Università di Harvard si sottolinea che in caso di rapporti intimi anche tra persone che non hanno un legame di convivenza o di stabilità, si dovrà indossare la mascherina durante il rapporto!”

Mentre me la prendo un po’ con lo scienziato Jack Turban che ha guidato le indagini, mi rivedo pienamente nella mia natura karmica del: “No lips” e continuo a leggere: “Bisognerà evitare i baci" (io sogghigno e dico tra me e me: “Fosse quello il problema!”), l'articolo continua: "Fare sempre una doccia prima e dopo il rapporto, igienizzando accuratamente i posti in cui si è praticato l’atto con del gel igienizzante mani o delle salviette alcoliche. Usare guanti in lattice (No! – Penso io – E se poi quella poveretta è allergica?), oppure in vinile (Sexy! – Penso mentre ne indosso un paio che mi calzano a pennello!”). Ed è stato li che lo specchio mi ha chiamato a rapporto, dove ogni timore di ipocondria mi metteva al sicuro, dove la coperta tiepida della mia mediocrità più autoreferenziale mi chiamava a rapporto, e io li, da solo, nutrendo il mio ego smodato da bamboccio bianco, biondo, viziato ed egoista; così ho spento la luce e da solo, chiudendo lo schermo del laptop, ho sentito il cuore pulsarmi fino alle meningi.